Descrizione
L’identità italiana – fin dagli albori aperta, inclusiva, meticcia – non l’hanno certo stabilita i confini dello Stato tracciati nel 1861. Il nostro io ha una storia lunga secoli, che possiamo scorgere nelle quartine dei poeti e nelle pennellate degli artisti che da sempre ne hanno rivelato i tratti più luminosi e insieme i più oscuri. L’Italia di Cecco Angiolieri, che vorrebbe tenersi le donne giovani e leggiadre e lasciare quelle vecchie e laide agli altri; e quella di Ariosto, che invece langue, disposto persino forse a morire per un pio sospiro dell’amata. L’Italia del potere che si mostra sfacciato e ripugnante alla televisione, di Caproni; e quella assetata di giustizia e di amore, di Fabrizio De André. L’Italia della campagna dura ma piena di grazia cantata da Virgilio e quella protesa nella volontà morente di Giovanni Giudici, afflitta dal pessimismo dell’intelligenza che si fa strada tra il clangore imperiale di un fascismo che pare eterno. Ognuno di questi brani poetici si riflette nelle mille sfumature di un ritratto: dagli occhi sfatti di pianto che mostrano al mondo la lucida disperazione di Giordano Bruno, fino ai chiaroscuri arcani e seducenti di Ferdinando Scianna. Marcoaldi e Montanari ci conducono in un percorso attraverso i tanti volti delle italiane e degli italiani; un viaggio al cuore della nostra immagine esistenziale e sociale, in cui il passato, per usare le parole di Carlo Levi, riprende vita come animato dalla mano amica del tempo che lievemente si poggia sopra ogni cosa.