Descrizione
Fin dall’Unità nazionale, dalle origini del movimento operaio e dalla nascita della Repubblica, la questione di una ritualità laica e di un ciclo alternativo dell’anno si è posta come fondamento di un’identità civile italiana. In una vera e propria lotta di classe per il rituale, si celebravano in forma laica battesimi, matrimoni, funerali. Parte di questa tradizione si è indebolita durante il regime fascista, e poi nell’egemonia cattolica del secondo dopoguerra. Nella crisi politica e culturale di oggi diventa ancora più necessario tornare a quelle date, che sono alla base della coscienza civile democratica. Il bisogno di un “calendario civile”, sottolineato dallo storico Umberto Gentiloni, ha trovato conferma nel successo editoriale del libro curato da Alessandro Portelli per Donzelli nel 2018, Calendario civile. Per una memoria laica, popolare e democratica degli italiani. Ora quel libro diventa un vero e proprio calendario, dove per ogni mese vengono evidenziate le date più significative della storia civile internazionale: una proposta, un promemoria, a cui ciascuno può aggiungere secondo la propria memoria e sensibilità altre date, altre idee, altri ricordi per un mondo civile, laico, popolare e democratico. Il calendario, realizzato su progetto di Alessandro Portelli insieme al Circolo Gianni Bosio, con la collaborazione della Società italiana delle Storiche e di studiose europee, statunitensi e latino-americane, sarà a cura di Costanza Calabretta, con le illustrazioni originali di Marco Petrella, e ogni anno individuerà un tema da mettere a fuoco con maggiore evidenza. Nel 2020, il calendario sarà dedicato alla storia delle donne e alle lotte per la parità di genere, in una prospettiva internazionale: dalla data del primo voto alle donne (10 marzo 1946) al referendum sull’aborto (17 maggio 1981), dalla liberazione di Franca Viola, prima donna a rifiutare il matrimonio riparatore (2 gennaio 1966) all’8 marzo 1909, quando venne celebrata per la prima volta la giornata internazionale della donna, fino al primo Gay Pride italiano, che sfilò per le strade di Roma il 2 luglio 1994.