Descrizione
Sta succedendo: l’elezione di Donald Trump è arrivata a coronare una rimonta delle destre reazionarie in tutto il mondo, con punte di neofascismo o addirittura neonazismo. Dappertutto risorge e trionfa un nazionalismo feroce e cinico, contrapposto allo spirito globalizzante che sembrava il futuro inevitabile del terzo millennio. Sta succedendo, sì, ma la domanda che si fanno tutti, con alterne risposte, è: com’è potuto succedere? Susan Neiman, filosofa statunitense trapiantata in Germania, ha una sua risposta. Non è economica, geopolitica o tecnologica, è una risposta culturale: la destra ha vinto perché la sinistra non esiste quasi più. Fin dai tempi dell’Illuminismo, infatti, la cosiddetta “sinistra” si stringeva intorno ad alcuni valori che ne costituivano l’identità più intima: desiderio di giustizia sociale, spinta verso l’universalismo, fiducia nel progresso. Dalla seconda metà del Novecento, secondo Neiman, uno a uno questi valori sono stati messi in discussione proprio da certe frange liberali e movimentiste: sobillata dalla lettura foucaultiana del mondo come scontro di poteri, sospettosa verso il lascito “imperialista” dell’Illuminismo, spinta subdolamente verso un crudele determinismo darwinista da un’indigestione di psicologia evoluzionista, la sinistra si è smarrita. Ed è così che molti fra coloro che oggi si considerano “di sinistra” non sono davvero “di sinistra”, sono “woke”. Che è una cosa diversa, anzi, in un certo senso è proprio il contrario: un movimento che vorrebbe il progresso ma diffida della modernità; che nega ogni fronte comune possibile, frammentando il corpo sociale in tribù identitarie in lotta; che rinuncia ai diritti sociali e si aggrappa esizialmente ai diritti civili. Già alla prima riga, Susan Neiman dichiara che questo libro non è «una tirata contro la cancel culture». La sinistra non è woke, infatti, è molto di più: un anti-manifesto, una lucida requisitoria sugli sbagli che la sinistra ha fatto, in questi decenni confusi. Perché è solo tornando a costruire, dalle fondamenta dei propri valori, che la sinistra può risorgere.