Descrizione
“Brillante oratore negli ultimi anni del regno di Tiberio, caduto in disgrazia e relegato in Corsica da Claudio, richiamato a Roma da Agrippina come precettore di Nerone, che in un primo tempo ne ascoltò i consigli e lo colmò di ricchezze, ma poi lo costrinse a ritirarsi e a darsi la morte: la vita di Seneca fu tutto un alternarsi di trionfi e di sventure, un groviglio di contraddizioni e di ambiguità, da cui però il filosofo non si lasciò mai coinvolgere e travolgere completamente, serbando acuto il senso della ‘provvisorietà’ del vivere, pronto sempre a staccarsi senza rimpianto dalle cose, aperto a infinite possibilità, privo di illusioni ma anche di amarezza. Le “”Lettere a Lucilio””, il capolavoro filosofico di Seneca, scritte dopo il suo ritiro dagli affari politici, vertono intorno al problema del valore dell’esistenza e alla necessità di una scelta che salvi l’uomo dalla dispersione e dall’estraniamento, e mantenga intatta la sua libertà interiore. Sono brevi meditazioni e discussioni, in uno stile nervoso e frammentario, decisamente anticlassico, che se dispiaceva ai contemporanei (Caligola lo definì “”sabbia senza calce””) è invece molto vicino alla sensibilità moderna. Testo latino a fronte.”