Descrizione
Dalla misteriosa scomparsa di un celebre scienziato alla vera causa della morte di Lenin, dalla presunta paranoia di Stalin alle tecniche di controllo dell’individuo e delle masse: come in una spy story, il volto segreto della Russia sovietica in un’indagine in cui si intrecciano storia e psicologia, politica e psichiatria. «Il potere rende stupidi¿» ha scritto Nietzsche, e l’opinione è condivisa dal protagonista della novella di Lion Feuchtwanger con cui si apre questo libro di Luciano Mecacci: lo spigoloso dott. Bl., «¿fisiologo del cervello¿» e scienziato di genio, che poco dopo un cruciale incontro con il dittatore che guida il suo Paese, per il quale svolge delicate mansioni, muore improvvisamente a causa di una misteriosa malattia. Feuchtwanger non ha mai precisato se il suo racconto, scritto nel 1931, si ispirasse a fatti e personaggi della realtà, ma certo non si può non rimanere impressionati dalle inquietanti analogie – osserva Mecacci – con uno dei casi più oscuri della Russia sovietica: quello di Vladimir Bechterev, autorevole neurologo, psichiatra e psicologo, che nel dicembre del 1927, il giorno dopo aver visitato Stalin al Cremlino, muore per avvelenamento «da cibo guasto¿». Tra ricostruzione storica e indagine psicologica, e muovendo dal racconto della vita di Bechterev – che diventa un vivido affresco della Russia nel trapasso dall’epoca zarista a quella sovietica -, Mecacci esamina tutti gli aspetti della vicenda e le loro variegate implicazioni: dalla presunta diagnosi di Stalin come «¿paranoico¿», che sarebbe stata fatale allo scienziato, alle altre ipotesi sulla sua morte; dai suoi studi sulla suggestione, l’ipnosi e la telepatia all’uso della psicologia per il controllo degli individui e delle masse, anche mediante tecniche ispirate allo sciamanesimo siberiano e ad altre tradizioni esoteriche orientali – fino al tema capitale del rapporto tra Psiche e Potere. Si compone così un quadro in cui storia e psicologia, politica e psichiatria si intrecciano indissolubilmente. Con un’intervista inedita di Lion Feuchtwanger a Stalin.