Descrizione
Lo psicologo James Hillman diceva che «il mondo è come un giardino» e «tutto quello che accade in un giardino è pieno di metafore sulla nostra vita psichica». Il ciclo di vita, il fiorire e l’appassire, la capacità delle piante di rigenerarsi hanno indubbiamente un grande valore simbolico. Ma il prendersi cura di una pianta può avere anche un effetto terapeutico, può essere un toccasana per molti tipi di fragilità umana. Curando il verde, una persona in difficoltà cura se stessa, perché recupera quella dose di attenzione, fiducia in sé e progettualità che ha perso e che le è indispensabile per rifiorire nella vita. Su questo principio rivoluzionario, “il verde che salva le persone fragili”, Andrea Mati ha costruito il suo lavoro e la sua missione. Da quasi quarant’anni collabora con comunità per il recupero di tossicodipendenti – da San Patrignano alla Comunità Incontro di don Gelmini – e con centri di assistenza per disabili psichici, e ha accompagnato nel reinserimento sociale e lavorativo decine e decine di persone svantaggiate grazie a due cooperative nate su sua iniziativa e dedite alla progettazione e coltivazione di giardini. Questa decennale esperienza ha dato luogo a una ricerca sperimentale con un sodalizio di psicologi, geriatri e psichiatri volta a progettare giardini dalle specifiche funzioni terapeutiche, che si rivelano di grande aiuto nella cura della sindrome di Down, dell’autismo, delle depressioni, dell’Alzheimer e di tutte le dipendenze. La summa della filosofia di vita di Andrea Mati è raccontata attraverso quattro stagioni di piante e di persone che si salvano a vicenda, e che possono farci scoprire la poesia inedita del linguaggio della natura che accomuna uomini e vegetali. Ma soprattutto queste pagine ci svelano un nuovo rapporto con la bellezza del mondo che possiamo salvare nel nostro piccolo, a cominciare da ogni creatura nel metro quadro intorno a noi.